mercoledì 22 ottobre 2014

Hunger Games. Tratto da una storia vera?



Mi sono sempre considerata una lettrice vorace piena di fantasia che a volte si estranea dalla realtà per poter vivere nella parte di mondo creato dalle sue letture. 
Ho anche più volte affermato che la lettura è apertura mentale e che, quindi, ogni libro letto contribuisce ad una più larga visione della realtà. 
Fatta questa premessa vorrei condurvi per qualche istante nel mio mondo, considerando che avrei fatto (o magari solo immaginato) una scoperta alquanto interessante!! Sono una persona di per sé molto curiosa e ieri sera, non avendo altri impegni, mi sono messa a curiosare tra i libri universitari di mia sorella tra i quali ho trovato questo: "Storia del teatro greco" di Giuseppe Mastromarco e Piero Totaro.


Sfogliandolo sono incappata nel capitolo dedicato alle feste dionisiache e, affascinata dal mondo greco antico, ho cominciato a leggerlo.
Vuoi un po' per il destino o forse per il fatto che non ci ho capito niente, io questo tipo di festa l'ho collegata "fantasticamente" ad Hunger Games. Ho letto parecchi articoli in cui si dice che Suzanne Collins si sia ispirata alla mitologia e, soprattutto all'antica Roma, durante la stesura del romanzo. La stessa scrittrice pare aver confermato queste "voci". Io, invece, con la mia mente contorta, ci ho intravisto anche qualche elemento di mitologia greca.
Sarà pure tutta una mia invenzione, la mia immaginazione che ha cominciato a lavorare ma, davvero, non potevo far altro che pensare alla festa in onore di Dioniso come ad una piccola e, naturalmente meno disumana, mietitura. Dico "meno disumana" in quanto è naturalmente ovvio che non ci troviamo di fronte alla presentazione di ragazzi che stanno per andare ad uccidersi per fornire alla grande città motivi di divertimenti ed intrattenimenti.
Ciò che mi è sembrato simile è più che altro il clima di tirannia che doveva respirarsi ad Atene in quel periodo e alcuni eventi che suscitano immagini molto simili alla mietitura e alla presentazione dei tributi che andranno poi a combattere nell'arena.
Per poter meglio esprimere questo mio pensiero vi riporto testualmente il frammento di brano che mi ha condotto a Panem pur stando leggendo di Atene:
"Istituite nella seconda metà del VI secolo dal tiranno Pisistrato, la cui politica religiosa privilegiava il culto di Dioniso, le Dionisie cittadine rappresentavano uno degli eventi più importanti della vita comunitaria della polis. La festa aveva inizio la mattina del 10 Elafebolione (tra marzo e  aprile) con una solenne processione, cui partecipava una grande massa di popolo in festa che, innalzando canti satirici, accompagnava la statua lignea di Dionisio da un tempietto eretto nelle vicinanze dell'Accademia sino al recinto del teatro. Del corteo -aperto da una vergine, figlia di una delle più nobili famiglie ateniesi, la quale portava offerte per il dio in una cesta dorata- facevano parte uomini e donne, cittadini e stranieri residenti in Atene, che indossavano abiti festivi dai vivaci colori."  (Giuseppe Mastromarco - Piero Totaro - "Storia del teatro greco"-)

Vi ho riportato l'intero passo per farvi capire un po' di cosa stiamo parlando, ma ciò che ci interessa davvero sono gli ultimi tre righi: il corteo formato da tutti questi cittadini vestiti con strani abiti dai vivaci colori e facenti parte della potente Atene mi hanno riportato alla mente Capitol City al momento della presentazione dei tributi. Anche in Hunger Games infatti vediamo la grande città (appunto Capitol City) piena di uomini e donne agghindanti con strani abiti e in tumulto per il grande evento che sta per cominciare!


Ma non è finita qui. Per voi ecco un altro passo che poi andremo a commentare:
"...un araldo presentava gli orfani di guerra che, educati a spese dello Stato, avevano raggiunto l'età efebica: rivestiti di armatura completa, essi sfilavano nell'orchestra e andavano a prendere posto nella proedria (fila). [...] Con la presenza in teatro dei giovani orfani la comunità ateniese intendeva celebrare la propria solidarietà nei confronti dei cittadini caduti in guerra e la continuità della propria potenza militare; e con l'esposizione dei tributi in quello che era uno dei luoghi pubblici per eccellenza era resa manifesta ai cittadini ateniesi, ai residenti nella polis e agli spettatori stranieri presenti l'egemonia, economica e  politica, che Atene esercitava sulle città alleate."                                                            (Giuseppe Mastromarco - Piero Totaro - "Storia del teatro greco"-)

La prima parte di questo frammento mi ha riportato alla mente la scena della presentazione dei tributi
Come nella festa Dionisiaca venivano presentati gli orfani di guerra, così in Hunger Games vengono presentati i ragazzi che dovranno prendere parte ai giochi. Ma non è tutto. Possiamo leggere che i suddetti orfani indossavano un'armatura e dopo aver sfilato prendevano posto nella proedria e, soprattutto, erano ragazzi educati a spese dello Stato
Ecco qui il tutto si ricollega ai tributi che, prima di sfilare vengono educati dagli stilisti (a spese di Capitol City) a muoversi e a comportarsi in modo preciso e, altro elemento evidente, si trovano a dover indossare per la sfilata sul carro degli abiti (l'armatura per le feste dionisiache) che mettano in mostra il distretto di cui fanno parte.


Infine, un altro punto che ha suscitato altri parallelismi è il mettersi in mostra di Atene per dimostrare la propria potenza militare e la propria ricchezza! Infatti anche in Hunger Games, il Presidente Snow non fa che tenere alto il nome di Capitol City mettendone in mostra la ricchezza ma, soprattutto, seminando terrore nei Distretti che provvedono al suo sostentamento.


Nello stesso tempo così come Atene presenta gli orfani di guerra per dimostrare la solidarietà della grande città nei confronti dei cittadini caduti in guerra, Capitol City mostra "solidarietà" nei confronti dei caduti nell'arena facendo passare in cielo le immagini dei tributi che hanno combattuto valorosamente ma non ce l'hanno fatta e, soprattutto, durante il Tour della vittoria si mostra vicino alle famiglie delle vittime ponendole in posizione "privilegiata" (palchetto con foto del tributo dietro la rispettiva famiglia) rispetto a tutti gli altri componenti del distretto in questione.


Ed è così che la mia mente ha lavorato al limite dell'immaginazione ieri sera.
Vi sembrerò un po' matta ma mi sono divertita un mondo. Può essere che abbia inteso tutto in modo sbagliato o che comunque abbia voluto vedere in queste poche righe qualcosa di inesistente, ma è stato davvero molto interessante anche perchè ho potuto approfondire l'argomento delle feste dionisiache e delle usanze ateniesi che hanno da sempre esercitato su di me un certo fascino!


E ora passo a voi la parola. 
Cosa ne pensate? Fatemi sapere e abbiate pietà della mia follia da lettrice!


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